Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 21 aprile 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Sperimentato con successo un trattamento con nanocarriers dell’epilessia. La sperimentazione condotta sul topo (Swisse Albino) ha valutato l’efficacia anticonvulsiva, su crisi indotte chimicamente, del clonazepam (CZ) veicolato nel cervello dalla mucosa nasale grazie a trasportatori nanolipidici (NLC), caricati con nanoparticelle di ossido di ferro superparamagnetico (SPION) per consentire la guida dei nanotrasportatori e la ritenzione con un campo magnetico esterno. Il trattamento con NLC/SPION ha notevolmente prolungato i tempi necessari allo sviluppo delle convulsioni e ha protetto gli animali dalla morte. Questo risultato incoraggia il prosieguo della sperimentazione che consentirà l’uso clinico di un trattamento endonasale dell’epilessia, mirato e non gravato dagli effetti collaterali periferici [Cfr., Abbas H., et al. J Pharm Sci. - Apr. 14, 2018].

 

Sintesi proteica nell’assone: il punto su trasporto di mRNA, traduzione e ruoli. Sebbene la prima evidenza di sintesi proteica nell’assone dei neuroni risalga agli anni Sessanta, solo con i recenti progressi nelle metodologie e nelle tecniche di studio, che consentono l’isolamento puro del neurite, l’alta sensibilità nel rilievo di RNA e la visualizzazione mediante neuroimmagini, si è compresa la complessità del trascrittoma dell’assone e la sua regolazione. In un articolo di Shaoo, Perrone-Bizzozero e colleghi si fa il punto delle conoscenze al riguardo, indicando ruoli per le proteine sintetizzate localmente nelle malattie neurologiche, nella risposta al danno e nei processi di riparazione. [Cfr., Shaoo P. K., et al. J Cell Sci. – AOP doi: 10.1242/jcs.196808, Apr 13, 2018].

 

Gli esosomi nei disturbi neurologici acquisiti: la prima rassegna che discute esaustivamente ogni aspetto dei ruoli di queste vescicole. Gli esosomi sono nanovescicole endogene che svolgono ruoli critici nella segnalazione intercellulare, veicolando informazione genetica funzionale e proteine da una cellula all’altra. Per la loro capacità di attraversare facilmente la barriera emato-encefalica (BEE) sono studiati come possibili veicoli di farmaci da introdurre nel sistema nervoso centrale. Questa loro proprietà li rende oggetto di interesse nello studio di biomarker nella diagnosi e nella prognosi, oltre che nella terapia di numerose malattie rilevanti per la salute pubblica, inclusi i disturbi neurologici acquisiti.

Nicole Osier e colleghi dei National Institutes of Health di Bethesda e di altri istituti medici statunitensi hanno realizzato uno studio critico della ricerca fin qui condotta in questo campo, definendo lo stato della scienza relativa alle vescicole extracellulari (EV), e in particolare agli esosomi, nei disturbi neurologici acquisiti e, specificamente, lesioni cerebrali da trauma (TBI, traumatic brain injury), lesioni del midollo spinale (SCI, spinal cord injury) e ictus ischemico (IS, da ischemic stroke). In particolare, sono stati individuati 10 articoli di ricerca di maggior valore, rigore e utilità conoscitiva: quattro di questi sono esclusivamente dedicati a TBI, uno ha considerato sia TBI che SCI, e cinque hanno analizzato le condizioni di IS. Otto dei dieci sono stati condotti su campioni pre-clinici. [Osier N., et al. Mol Neurobiol. AOP – doi: 10.1007/s12035-018-1054-4, Apr. 16, 2018].

 

I tratti della schizofrenia sono associati con caratteri del sonno REM e dei fusi.
Un team finlandese ha indagato in un ampio campione di adolescenti in apparente buona salute, sottoposti a valutazione di personalità mediante la Schizotypal Personality Scale, l’architettura del sonno (v. Architettura del sonno in un nuovo studio, pubblicato contestualmente nelle “Note e Notizie” di questa settimana) e l’attività espressa dai fusi dello stadio 2. I ricercatori hanno rilevato che i giovani con punteggi più alti nella scala della schizotipia avevano percentuali più alte di sonno REM e durata dei fusi del sonno più breve. [Kuula L., J Sleep Res.Apr 14: e12692, 2018].

 

Continua lo studio delle basi cerebrali del bello, dell’arte e dell’estetica. I membri della nostra società scientifica, anche col supporto del Seminario sull’Arte del Vivere, proseguono gli incontri di studio sulle basi neurofunzionali della bellezza e dell’arte, che hanno avuto inizio nel mese di gennaio. In questi giorni è stata presentata, analizzata e discussa, la visione di Semir Zeki, un grande protagonista della ricerca sulle aree corticali della visione e fondatore della neuroestetica.

Il brano seguente, tratto da un’opera di Zeki, ha costituito il preambolo introduttivo dell’incontro:

“Un quarto di secolo fa, la maggior parte dei neurobiologi non avrebbe avuto niente da dire di interessante o significativo sul modo in cui percepiamo le opere d’arte al di là del fatto che tutta l’arte visiva deve attivare l’area V1 e che le sue caratteristiche e le sue qualità devono essere interpretate tramite quella che veniva vagamente definita corteccia di «associazione» visiva. Oggi siamo in grado di dire molto di più, come ho cercato di mostrare. Possiamo contestare la vecchia ipotesi di una differenza tra vedere e capire, possiamo parlare della modularità del cervello visivo e metterla in relazione con la modularità dell’estetica visiva; possiamo dire che l’arte cinetica attiva una parte specifica del cervello, distinta da quella attivata dall’arte di Mondrian, e che i ritratti attivano un sistema diverso da entrambi i precedenti. Possiamo anche mettere in relazione alcuni aspetti di certe correnti artistiche, per esempio l’arte fauve, con certe specifiche vie cerebrali. Io penso che sia possibile procedere ad una generalizzazione ulteriore: forse si può parlare della neurologia dell’arte astratta e dell’arte figurativa e narrativa”. [Semir Zeki, La visione dall’interno - Arte e Cervello, p. 232, Bollati Boringhieri, Torino 2003].

 

Notule

BM&L-21 aprile 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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